Come da tempo si sapeva, la crisi politica è scoppiata, senza però che ci sia ancora una crisi di governo formale. Si noti che Salvini e i Ministri e i sottosegretari della Lega non hanno dato le dimissioni: strada più certa della mozione, per certificare che il governo giallo nero è finito. Ma con le dimissioni come vai in giro, nel “Beach Tour” ? Con la tua macchina e il tuo elicottero personale? La mozione di sfiducia della Lega al Senato dovrebbe andare in coda alla mozione di sfiducia del PD a Salvini “sulle inchieste russe” , che i giallo neri hanno fatto slittare al 12 settembre, perché Salvini, che si è rifiutato di presentarsi alle Camere, considera “il Parlamento, un molesto orpello del nostro sistema democratico”. (Parole di Conte).
Secondo me, l’”astuto” Ministro dell’Interno ha commesso un errore che gli costerà caro. Preso da delirio di onnipotenza, di fronte a dei comprimari come le 5S che, pur di rimanere alle loro poltrone, erano disposti a subire tutto, schiaffi, sberleffi, insulti, sgambetti, dita negli occhi, un intero repertorio di svillaneggiamento e di mortificazione, il segretario della “Lega Salvini Premier” si è montato la testa e pensa di poter avere i pieni poteri dal voto popolare.
“L’alternativa a questo governo sono nuove elezioni”: Salvini pensa di essere già presidente del Consiglio, della Repubblica e presidente della Camera e del Senato. Ma quello non è un ultimatum, è il timore della Lega che dopo questo governo ci sia un governo diverso, in cui il peso del baldanzoso e inconcludente segretario della “Lega Salvini premier” sia ridimensionato. Con il suo solito tono greve, ha invitato i parlamentari ad “alzare il culo e andare in Parlamento anche a Ferragosto”. Buon gioco hanno avuto tutti, incominciando da Conte, a rispondergli per le rime facendogli notare che “non erano in spiaggia, ma erano nelle sedi istituzionali a lavorare dalla mattina alla sera” e che a differenza di lui “hanno sempre parlato poco e lavorato molto”. E così il “Capitano comiziante e volante” si è beccato un’altra bastonata sui denti quando Conte ha difeso il Parlamento: dicendo “non posso accettare che sia svilito anche il cospicuo lavoro sin qui svolto dai Parlamentari nelle rispettive Commissioni, nelle Aule”. Altra stoccata ad uno che dal 4 marzo 2018 è in permanente campagna elettorale: ul Salvini ha sempre preferito i comizi al lavoro nelle commissioni o nelle assemblee. S’era già beccato del “fannullone” in Parlamento europeo, perché non andava mai a lavorare nelle commissioni.
In preda – secondo me – ad un accentuato disturbo istrionico di personalità, il segretario della “Lega Salvini Premier” pensa che, facendo tanti comizi, gli italiani lo incoroneranno: il suo modello è Putin. Conte ha avuto vita facile a ricordargli che non ha chiarito la questione di Mosca e dei suoi rapporti con i russi, che parla solo attraverso slogan mediatici, che si trastulla nei comizi e in varie attività al mare, che non spetta a lui convocare il Parlamento, quando vuole lui, e che fa cadere il governo per “la volontà di andare a votare per capitalizzare il consenso di cui il partito attualmente gode”.
Ed è qui il punto debole di Salvini, che useranno tutti i suoi avversari: lui agisce per interesse di parte, non ha a cuore gli interessi nazionali.
Salvini ha goduto, fino adesso, delle rappresentazioni encomiastiche, tipiche dell’italiano che è sempre pronto, intenzionalmente o inconsciamente, all’adulazione del vincitore o di quello che ritiene più forte, all’arruffianamento, alla blandizia, alla cortigianeria, all’incensamento, alla leccata, alla lusinga, al panegirico, alla piaggeria, alla sviolinata, al servilismo. “I comizi di Salvini sono noiosi, un po’ tutti uguali, la solita messa cantata” ha detto, con voce fuori dal coro, la giovane direttrice de “la Nazione”, Agnese Pini. Aggiungerei che siamo alle banalità, alla trita retorica, (con tanto de “i miei bambini mi mancano” e la lacrimuccia), ai soliti luoghi comuni. Qualcuno dice che Salvini voleva evitare la manovra economica con Tria, che gli avrebbe impedito di mantenere fede alle sue mirabolanti promesse ( flat tax ecc.).
A mio parere, si sta sottovalutando la crisi del Paese e la situazione internazionale: la vicenda dei dazi americani, il rallentamento dell’economia tedesca che si riversa sulle nostre esportazioni, i mercati finanziari in agguato. In poche ore dopo l’annuncio della crisi politica, lo spread è balzato di quaranta punti. Per cui, di qui al possibile scioglimento del Parlamento, la situazione economica e finanziaria potrebbe peggiorare e non è detto che la soluzione delle elezioni anticipate sia quella più adatta.
Far calcoli solo per interessi di partito o addirittura per smodate ambizioni personali, condite dalla richiesta di “pieni poteri”, potrebbe essere la fossa che si scava da solo il “comiziante” e la Lega potrebbe avere la responsabilità di una crisi finanziaria pesante e di dover subire un governo “tecnico” che fronteggi la situazione e che sia costretto a una manovra economica di emergenza per salvare i conti pubblici e l’economia italiana.
E poi la Lega rischia anche di perdere i candidati alla Commissione europea (da presentare entro il 26 agosto) e un candidato leghista, senza governo in carica, più facilmente sarebbe impallinato dal Parlamento europeo. Non è detto poi che la campagna elettorale sia una passeggiata per la Lega: eventuali azioni della magistratura possono aprire scenari nuovi sul Lega Russia, sul blocco dei porti, sulla incostituzionalità dei decreti sicurezza; e poi peseranno l’inconcludenza della Lega su più fronti (non ha rimpatriato gli illegali; gli sbarchi continuano; la quota cento è un disastro per gli uffici pubblici; il reddito di cittadinanza è una pura misura assistenziale; le tasse aumentano; l’economia è in stallo, le opere pubbliche non decollano; e il senso di insicurezza aumenta tra Corinaldo, Roma e i tanti episodi di delinquenza “italiana”, l’autonomia differenziata è finita nel dimenticatoio; l’isolamento dell’Italia nello scenrio europeo e internazionale). Un conto è la propaganda nei comizi e un conto sono i fatti.
E certo non vale né per la Lega né per le 5S la richiesta di avere più voti per fare le cose che non sono riusciti a fare, perché bastano quelle fatte a dimostrare la loro incapacità “strutturale”, diciamo così, dati alla mano.
Si aggiunga che il Capo dello Stato non ha rinviato alle Camere il “decreto sicurezza bis”, cosa che sarebbe stata un’arma di rivincita per le 5S, ma tuttavia ha sollevato importanti obiezioni e ha invitato il Parlamento a provvedere a modificare alcuni punti essenziali del “credo” salviniano. E anche questa è una spada di Damocle sulla testa del “Capitano comiziante e volante”.
Certo è che in questa vicenda lo spettacolo delle 5S è davvero miserevole: sono una casta, attaccata alle poltrone, con le unghie e con i denti, senza dignità e senza spina dorsale. Una prova plastica della loro inconsistenza politica, del loro vuoto culturale e programmatico è stato l’intervento del sen. Alberto Airola, non quello penoso sulla Tav dove farfugliava sbagliando i dati, ma quello sul decreto sicurezza bis, persino con una infelice citazione “Mai come adesso, con un certo groppo nel petto, mi sovvengono le parole di Rino Formica ‘la politica è sangue e merda. Ho fatto i calcoli non è l’anticristo dei decreti, è una manifestazione di forza del nostro contraente la Lega. Non possiamo permetterci di dividerci dalla Lega e dobbiamo restare compatti’” Sic ! Hanno perso l’anima, il decoro e la rispettabilità: se la sentono di perdere anche il posto? Potrebbe essere la legislatura delle “meteore” al governo e in Parlamento.
Non è tutto scontato, anzi, secondo me ci saranno sorprese, come del resto abbiamo visto negli 89 giorni di formazione del governo giallo nero. Intanto, dubito che resterà Salvini a fare il Ministro dell’Interno in campagna elettorale.
La politica si sta prendendo le sue rivincite e alla fine vincerà chi si saprà presentare come la forza politica cha ha a cuore gli interessi del Paese e farà di tutto per salvare la rispettabilità internazionale dell’Italia. E qui la discussione parlamentare potrebbe riservare delle belle sorprese.
“Ma non risponde il mio Capitano, immobili e bianche le sue labbra,”.
Luigi Corbani
(venerdì 9 agosto 2019)
Non riesco ancora a capire come in politica si possa essere così stupidi come Salvini e come abbia fatto la Lega, partito fatto di tanti onesti lavoratori e imprenditori, ad eleggere un capo cosi ingombrante quanto ignorante.
Si può fare il kamikaze solo se si ha un nobile obiettivo da raggiungere, lui è semplicemente solo la vittima della sua arroganza e poca avvedutezza.
Meglio morire da solo, perché così avverrà, che distruggere le basi democratiche e di libertà dell’intero Paese.
Bene gli diceva Giorgetti quando gli consigliava di mettere il santino dell’altro Matteo sul comodino, a ricordargli che si può finire da un giorno all’altro.
Povero Matteo, requiem in pace!
E che gli Angeli neri ti abbiano in Gloria!