In questi giorni tutti hanno parlato di Andrea Camilleri e qui non voglio parlare del valore letterario di Camilleri.
Georges Simenon e Jules Maigret, Manuel Vázquez Montalbán e Pepe Carvalho, Petros Markaris e Kostas Charitos, Andrea Camilleri e Salvo Montalbano. C’è una stretta relazione tra tutti questi autori e personaggi e Camilleri: non sono sicuro, ma anche il nome di Montalbano viene dal nome dello scrittore catalano.
Tutti questi personaggi raccontano di luoghi, della Sicilia, della Francia, della Catalogna, della Grecia, ci fanno sentire il profumo, gli odori di quelle terre. Non sono dei “gialli”; raccontano di ambienti e di umanità, di difetti e di virtù, di malvagità e di furbizia, di avidità e di sfruttamento, di cinismo e di affetti. Non sono personaggi di carta, neanche della televisione o del cinema: sono uomini in carne ed ossa, che forse incontriamo anche noi tutti i giorni, senza saperlo. Diversi fra di loro, distanti anche, ma tutti con una grande umanità, triste: perché vedere tante miserie reali e morali non porta gioia o entusiasmo. E tutti ci parlano di una società che cambiava e cambia, fatta di poveri e ricchi, di immigrati e di emigranti, di gente che lavora, che cerca di mettere insieme il pranzo con la cena. E in tutti gli autori vi è il tratto distintivo della cucina locale, del piacere della tavola, delle ricette tipiche.
Il successo della serie televisiva di Montalbano non è andato a discapito del libro: anzi, il rapporto tra libro e tv si è fatto più stretto, a conferma anche che una buona televisione aiuta la cultura di un Paese e l’attenzione della tv alla produzione libraria può essere produttiva di successi per tutte due le forme di comunicazione e di cultura.
E quando si dice che la Rai è la più grande industria culturale del Paese si allude ad una programmazione che sappia portare nelle case degli italiani qualcosa che contribuisca alla conoscenza dei fatti, della società, del Paese e dei Paesi. Purtroppo siamo abituati a programmi volgari, degradanti, che insultano anche la lingua italiana. Con “Le inchieste del Commissario Maigret” Camilleri ha portato nelle case degli italiani, che non sapevano neanche dove fosse la Francia, le atmosfere di Parigi e la voglia di aprirsi al mondo. Così oggi la produzione televisiva di Montalbano ha fatto conoscere in tutto il mondo una parte della Sicilia: viene da chiedersi se siamo capaci di organizzare in modo adeguato le nostre strutture turistiche. Perché alla fine, è bene tenere presente che la cultura, con i libri, con la televisione, con il turismo, paga, on solo dal punto di vista spirituale e cognitivo, ma che da quello materiale.
Val più un Montalbano che dieci “grande fratello” e ciò giova anche alla salute.
Marianna Guillonk
(giovedì 18 luglio 2019)
Per conoscere la cultura della Sicilia immancabile : il birrario di Preston.