Nella recente, anomala, campagna elettorale, sono state assenti molte questioni che non stanno dentro i confini amministrativi del Comune capoluogo. Il problema della mobilità non riguarda i cittadini milanesi ma quelle settecentomila persone che ogni giorno vengono a Milano a studiare e a lavorare.
A queste non si risponde con le biciclette, ma con dei trasporti urbani ed extraurbani efficienti e rapidi, continui e costanti.
Per questo occorre anche un secondo passante ferroviario. E tante questioni, di sviluppo economico, di lavoro, di infrastrutture materiali e immateriali, di ambiente, si possono risolvere solo in una dimensione metropolitana.
Non è un caso per esempio che nel passato grazie all’azione del PIM, piano intercomunale milanese, si sono destinate aree alle attività produttive, cosa che ci ha permesso di superare la crisi della deindustrializzazione. E sempre grazie al PIM, si sono tutelate grandi aree a verde e si sono creati i grandi parchi con parti della città e dei comuni della provincia.
E grazie al Consorzio intercomunale milanese edilizia popolare – Cimep – e all’uso della legge 167, tuttora in vigore, ma non applicata nel Comune di Milano – si sono affrontati i gravi problemi della casa, a prezzi calmierati, per gli immigrati, le giovani coppie e coloro che dovevano lasciare la città troppo costosa.
Solo con il governo di un’area di quasi 1.600 kmq, si può pensare di affrontare i problemi di oltre tre milioni di cittadini, e tenere il passo con le città o le aree metropolitane europee. Non funziona più la coincidenza del sindaco del capoluogo con il sindaco metropolitano: sono due compiti totalmente diversi. Per questo è necessario, oggi più che mai, procedere – come prevede l’articolo 22 della legge Delrio (legge 56-2014) – alla elezione diretta a suffragio universale del sindaco e del consiglio metropolitano.
Di fatto, ad ottobre, si è eletto il Sindaco di Milano, che automaticamente è il Sindaco metropolitano, che in tutta la campagna elettorale si è dimenticato dell’area metropolitana.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte e buona fortuna”
Luigi Corbani
(articolo apparso su “Il Giorno” 18 novembre 2021)
Tutto vero, anzi più che vero!