Il frazionismo è la malattia infantile dei gruppi dirigenti della sinistra italiana (non solo, ma limitiamoci a questa).
Dal 1892, data di nascita del Partito Socialista, è tutta una sequela di scissioni, sempre nevrotiche, quasi sempre opportuniste, spesso incomprensibili.
Scissioni utili ai gruppi dirigenti per costruirsi delle carriere, indifferenti all’interesse generale del movimento operaio e delle classi sociali che pretendono di rappresentare.
Sempre, queste scissioni hanno aperto la via a soluzioni reazionarie o autoritarie nel Paese o, almeno, ne hanno indebolito la struttura democratica.
Venendo a oggi: e allora il PD?
Assente sui temi del lavoro, il vero core business di un partito di sinistra, indeciso su quelli dello sviluppo, inebetito sul tema della sicurezza, il PD appare esclusivamente assorbito da una sfibrante rissa nel suo gruppo di vertice.
Il risultato è una sempre più accentuata schizofrenia che separa interessi e destini del ceto dirigente dalla comunità di iscritti ed elettori che, pure, ne giustificano l’esistenza.
La lotta per la Segreteria nazionale è l’ultima puntata di questo psicodramma che sta dilaniando il PD sia a livello nazionale sia a quello locale.
La dilazione del Congresso a marzo 2019, in piena campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, campagna che si annuncia feroce, è segno di una totale irresponsabilità politica. Nel frattempo, il partito è privo di una guida: il segretario nazionale si è dimesso e la segreteria (che già era frutto di una curiosa e deleteria combinazione alchemica) di tutto si occupa, tranne che del partito e delle questioni per le quali è stata costituita.
Il Paese, intanto, nel suo complesso è vittima di una drammatica crisi istituzionale, sociale ed economica.
Ma tutto ciò non distrae il vertice del PD dalle sue tribolazioni onanistiche.
Per questo, soprattutto dalle regioni del Nord, sale la protesta, cresce la disaffezione e si consolida tra iscritti ed elettori l’idea che il PD non abbia più senso, non serva più a niente e che occorra cercare altrove le soluzioni ai problemi del Paese.
Il grido (di liberazione, più che di dolore) che titola queste righe ne rappresenta bene lo spirito.
Pepito Sbazzeguti
17 dicembre 2018
Un periodo triste per quanto riguarda il PD e la mancanza di direzione. Non dico altro.