Il gioco è scoperto: ci sono due governi, che fanno ciascuno i propri provvedimenti, le proprie leggi; i due premier fingono di litigare per dimostrare di non essere d’accordo sui provvedimenti, così ciascuno può dire di aver accontentato la sua parte, nonostante l’opposizione dell’altro. E avanti così, perché il gusto dolce del potere e della poltrona ti fa mettere in soffitta principi e coerenza. E intanto si confondono i compiti istituzionali con le esigenze di partito, i comizi elettorali con le “missioni”. Naturalmente, anche sotto questo aspetto, i due governi funzionano senza schiacciarsi i piedi e senza sollevare questioni di “onestà”, di “trasparenza” o di “improprio” finanziamento dei partiti.
“E io pago!” era la famosa espressione del film “Totò, 47 morto che parla!”. Mi è venuta in mente, quando il sito “Openpolis” ha pubblicato i dati della presenza in Parlamento del sen. Matteo Salvini (eletto in Calabria), premier, nonché Ministro dell’Interno, nonchè segretario della “Lega Salvini premier” (che è altra cosa dalla “Lega Nord Padania” o “Lega lombarda”).
Salvini era assente al 97,75% delle votazioni del Senato: in “missione”, in realtà a fare 62 comizi elettorali. L’assenza per “missione” comporta che non ti venga decurtata la diaria per spese di soggiorno a Roma (€ 3.500 al mese per il sen. Salvini; € 3.690 al mese per l’on. Di Maio).
Salvini ha saltato 84 votazioni e 8 voti finali, tra cui 5 ratifiche di trattati internazionali, la conversione di un decreto legge, una legge costituzionale e una legge ordinaria.
L’On, Luigi Di Maio, premier, nonché Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, nonché capo politico, padrone, contitolare delle 5s & Casaleggio s.r.l., ha collezionato alla Camera lo 80,29% di assenze per “missioni”, in realtà per 23 comizi elettorali e per altra attività del movimento. Mentre si votava sul decreto semplificazioni alla Camera, il 5 febbraio, lui era in Francia ad incontrare i “gilets jaunes”, quelli violenti e guerrafondai, per testimoniare che “il vento del cambiamento ha valicato le Alpi”.
Naturalmente non mancano annunci, sul sito del Ministero, di comizi elettorali delle 5s: non sanno cosa sia la distinzione tra compito istituzionale e attività di partito.
Ora corre l’obbligo di chiedere: ma chi paga gli spostamenti, le scorte, gli alberghi, i ristoranti ? Paga il contribuente, ovvio. E quanto paga?
Intanto il PD, se è all’opposizione, dovrebbe fare una rubrica settimanale con le presenze e le votazioni in aula e in commissione dei due premier, dandoci il resoconto della loro attività. Mese per mese, l’opposizione potrebbe anche darci notizie dei costi dei due Ministri per gli spostamenti di loro, delle loro scorte, del loro staff, dei costi di viaggio, di alloggio, di vitto. Ovviamente non quelle pubblicate sulle pagine dei siti del Ministero che sono esilaranti: prendete questa per esempio: “Spese sostenute, dal 1 Ottobre 2018 al 31 Dicembre 2018, per i viaggi di servizio e missione effettuati in Italia dal Ministro e dai Sottosegretari di Stato – Importo Salvini Matteo 142,88”. Le opposizioni potrebbero anche darci sui social e sul web il dettaglio dei costi delle segreterie, dello staff, delle consulenze, ecc.
Così, solo per avere la certezza che i costi della politica non siano solo i costi della politica degli altri. Avete notato che nei mass media sono scomparsi alcuni termini come “voto di scambio”, “clientelismo”, “lottizzazione” ? Potenza delle stelle! Mah!?
Sarebbe bene che i Presidenti delle Camere raccogliessero la proposta di “Openpolis” perché le “missioni” siano indicate con più precisione, con la durata e la motivazione delle stesse, nelle schede dei parlamentari sui loro siti della Camera e del Senato, oltre che comunicate verbalmente in aula e iscritte nei verbali d’aula e di commissione. Sarebbe un atto di chiarezza e di “pulizia” più che mai opportuno per far finire una pratica “allegra”, diciamo così. Misura che peraltro serve a contenere i “costi della loro politica” a cui non sono molto attenti quelli che da un anno sono al governo e quelli che lo sono stati per dieci degli ultimi venticinque anni.
A proposito, non so se il reato sia peculato o indebita percezione di erogazioni a carico dello Stato, sta comunque il fatto che ad oggi (31 marzo 2019) mancano 27.577 giorni, 3.940 settimane, pari a 906 mesi, pari a 76 anni, perché si esaurisca il piano di rientro della Lega che deve restituire ai contribuenti italiani ancora € 45.300.000. ammesso che abbia già versato € 300.000 a far tempo dal settembre 2018. Solo la quarta generazione dopo quella attuale, vedrà l’estinzione del debito che la Lega ha con gli italiani.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi. Buonanotte, e buona fortuna”1
Luigi Corbani
1Citazione dal “Giulio Cesare” di Shakespeare, pronunciate anche dal celebre giornalista ed anchorman della CBS, Edward R. Murrow, al termine di una puntata di “See it now” nel periodo del maccartismo, riportata nel film “Good night, and good luck”