Il protagonista di “NCIS” Leroy Jethro Gibbs ha una regola: “le coincidenze non esistono”. Salvini ha tentato di tutto per oscurare la vicenda russa con video sprezzante nei confronti dei magistrati inquirenti e dell’opposizione e ha negato persino l’evidenza. Siamo al ridicolo: Salvini dice che Savoini non era stato invitato da lui sia a Mosca nell’incontro tra Ministri dell’Interno sia al summit romano e alla cena con Putin: era un imbucato. Tra un po’ dirà di non sapere che la sede di “Lombardia Russia” è limitrofa alla sede di via Bellerio della Lega Nord. Il suo amico Strache, vicecancelliere austriaco, non ha osato raccontare frottole: ha dovuto dimettersi. Non è una coincidenza che molti amici europei di Salvini siano ingarbugliati in vicende di finanziamenti illeciti dalla Russia. E non è una coincidenza che, a ridosso degli incontri dell’Hotel Metropol di Mosca, dei parlamentari della Lega (Simona Bordonali, Igor Giancarlo Iezzi, Sara De Angelis, Alessandro Giglio Vigna, Cristian Invernizzi, Filippo Maturi Alberto Stefani, Gianni Tonelli, Gianluca Vinci) presentarono il 5 novembre 2018 un emendamento per sopprimere il comma della legge Bonafede, che recitava: “Ai partiti e ai movimenti politici e alle liste è fatto divieto di ricevere contributi, prestazioni o altre forme di sostegno provenienti da governi o enti pubblici di Stati esteri e da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate a obblighi fiscali in Italia. E’ fatto divieto alle persone fisiche maggiorenni non iscritte nelle liste elettorali o private del diritto di voto di elargire contributi ai partiti o movimenti politici ovvero alle liste di cui al comma 11, primo periodo.” Mi chiedo se i contributi da Paesi dell’Unione europea sono considerati “esteri”. Comunque, il relatore delle 5s chiese di ritirare quell’emendamento. Forse avevano fatto un accordo per farlo passare in un’altra occasione. Sta di fatto che il 28 giugno i “due ladri di Pisa” approvano il decreto legge del 30 aprile detto “Misure urgenti per la crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi”. E si vede che le fondazioni della Lega e delle 5S sono “specifiche situazioni di crisi” per cui con l’art.43 comma 3 lettera d, si consente alle fondazioni politiche di ricevere contributi dall’estero. Quindi permane il divieto per i partiti, ma non per le loro fondazioni “Alle fondazioni, alle associazioni e ai comitati non si applica il comma 12, primo periodo; ai medesimi enti il comma 12, secondo periodo, non si applica in caso di elargizioni disposte da persone fisiche maggiorenni straniere.” Diciamo così, un bel favore. Che cosa c’entri poi questa norma sulle fondazioni politiche (ovvero, sui partiti) con un decreto (“in casi straordinari di necessità e urgenza”) per la crescita economica, a me sfugge. Tanto ormai ci sono solo decreti legge e il Parlamento che ratifica. Stupisce che su questa norma agevolata per il finanziamento estero l’opposizione non abbia detto nulla: se c’era, dormiva? Ora, sembra evidente che si debba fare piena luce su una vicenda, quantomeno torbida, e che in altre epoche avrebbe portato a un dibattito parlamentare, e magari anche a un voto di sfiducia. Ma la signora Presidente del Senato ritiene che la sovranità nazionale sia una questione di “pettegolezzo”: cosa da non credere. Per 50 anni, i comunisti sono stati fuori dal governo, per un “pettegolezzo”. Il “pettegolezzo” in Europa avrà una conseguenza. Sarà un po’ dura per la Lega ottenere qualcosa in Europa. Già è stata messa in un angolo nelle nomine al Parlamento europeo: hanno avuto di più le 5S. Si conferma – spiace per gli elettori che ci hanno creduto – che il voto alla Lega era un voto inutile, ed oggi la Lega, come minimo, appare anche inquinata da rapporti poco limpidi con la Russia. Chi ci rimette però è il Paese: già la credibilità e l’affidabilità dell’Italia nella considerazione dei Paesi europei era scarsa, figuriamoci adesso, in cui il partito che fa la voce grossa con l’Europa appare invischiato in una brutta vicenda di soldi con la Russia. In Italia è più che mai urgente andare a sistemare, in modo organico, la questione del “sistema dei partiti” non solo in omaggio all’articolo 49 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”) ma per fare chiarezza e trasparenza su un sistema impazzito, tra monarchie partitiche , società che dirigono partiti e movimenti, finanziamenti dei parlamentari a società, fondazioni e associazioni che sono paraventi di partiti.
Yanez de Gomeira
(sabato 13 luglio 2019)