“Ogni tempo ha il suo fascismo. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine.”
La citazione è riferita a una frase di Primo Levi riportata in un libro di recentissima pubblicazione a opera di Claudio Gatti, ‘I demoni di Salvini’, (ed. Chiarelettere, maggio 2019).
Claudio Gatti è da tempo inviato da New York de “il Sole 24 Ore” (dopo aver lavorato a lungo per l’Europeo e il Mondo) e si è reso protagonista di inchieste giornalistiche di grande interesse. Ricordiamo solo come esempio l’inchiesta in più puntate sulla Banca Popolare di Vicenza di Gianni Zonin che portò in luce, con largo anticipo sugli avvenimenti successivi, la gestione ‘padronale’ della banca in un contesto e in un periodo in cui tutta la stampa nazionale e locale considerava il cavalier Zonin un banchiere illuminato e di grande merito (si è visto poi chi avesse ragione). Giornalista d’inchiesta, dunque, con ottime fonti sia italiane che internazionali.
Il libro che segnaliamo all’attenzione dei follower de ilMigliorista è decisamente d’impatto e denuncia la più importante e la meglio riuscita operazione di infiltrazione da parte delle forze che l’autore chiama ‘postnaziste’ nella Lega di Umberto Bossi, prima, e di Matteo Salvini, poi. Un’operazione giunta a maturità proprio con l’elezione a Segretario Federale della Lega di Salvini e che si va compiendo di giorno in giorno con il Governo attualmente in carica.
Le élite delle forze ‘postnaziste’ o ‘etnonazionaliste’ o sovraniste europee e italiane, che dir si voglia, hanno da tempo capito che la linea della lotta armata è fallimentare, poiché gli stati delle democrazie occidentali sono in grado di produrre attrito e resistenza, fino all’annientamento dei movimenti eversivi che si sono esibiti violentemente negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso. La soluzione è, dunque, quella di infiltrarsi nello Stato con metodi ‘democratici’, impadronirsi delle leve del potere e, poi, attuare le politiche regressive e reazionarie di cui queste forze sono portatrici.
È già accaduto nella storia passata europea e in quella contemporanea anche extraeuropea (vedasi ad es. l’ottimo libro di Steven Levitsky e Daniel Ziblatt ‘Come muoiono le democrazie’ ed. Laterza, 2019): forze apertamente reazionarie conquistano il potere attraverso i meccanismi costituzionali delle democrazie liberali per poi ucciderle.
Come accade? Creando un clima di paura nell’opinione pubblica (c’è un nemico che ci odia e ci fa del male: siano essi di volta in volta ebrei, terroni, albanesi, rumeni, islamici o africani), di incertezza nel presente e nel futuro (le élite internazionali ci impoveriscono per continuare a dominarci), di delegittimazione degli avversari politici (sono comunisti, sono agenti di Soros, etc.), di banalizzazione delle diversità culturali e ideologiche tra gli attori del sistema politico (destra e sinistra sono concetti vecchi e superati). Le teorie del complotto sono l’arma più efficace (ricordiamo che solo qualche settimana fa il senatore Elio Lannutti del Movimento 5 Stelle aveva riesumato i ‘Protocolli dei Savi di Sion’, falso creato dall’Ochrana, la polizia segreta zarista, che ha alimentato sia pogrom nell’Europa dell’Est, sia la stessa Shoah), ma anche l’uso spregiudicato della disinformazione (fake news e false flags), cioè quelle “misure attive” che il vecchio KGB maneggiava con maestria con gli strumenti allora disponibili e che l’odierno FSB ha abilmente sviluppato con l’avvento del web e dei social media.
Proprio su queste azioni e su altre illustrate e documentate operazioni (le più significative sono quelle riferite all’Associazione Lombardia Russia), l’autore costruisce la tesi che Matteo Salvini sia in realtà un “agente d’influenza” della Russia di Putin in Italia e in Europa (certo non l’unico in Europa e nel mondo), tesi su cui insiste nel corso del libro e che ritiene di dimostrare con ampia citazione di testimonianze e fatti.
Qui si uniscono i due disegni denunciati e illustrati dall’autore: quello reazionario delle forze ‘postnaziste’ e quello ‘imperiale’ di Putin. Due disegni e un unico obiettivo: distruggere l’Europa.
Un libro suggestivo. Uno scenario impressionante.
Pepito Sbazzeguti
(giovedì 31 maggio 2019)
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